Lui

Caro Babbo Natale,
questa sera voglio parlarti di lui. Sì, lo so, è strano che non inizi la mia lettera con un “vorrei” seguito da una serie di richieste più o meno importanti per questo Natale. Ma quando mi sono seduta di fronte al foglio, con la penna in mano, il primo pensiero è stato lui. Perchè non c’è nulla al mondo che io desideri di più di chi amo. Voglio parlarti di lui non perchè sia speciale o abbia caratteristiche uniche. Non perchè sia talmente infatuata da non avere altro in testa. No. Voglio parlarti di lui perchè lui è la mia casa, il posto dove posso sempre essere me stessa, senza filtri. Sai quando torni a casa, ti spogli, metti ciabatte e pigiama, via trucco, via orologio, via tutto insomma? E poi ti siedi sul divano con una tisana calda e ti senti in pace con il mondo, nel tuo nido, al sicuro? Ecco. Quando sono con lui io sono così. Anche se non sono con lui, ma so che c’è. So che mi conosce la mattina appena sveglia, tutta accartocciata, il gambale del pigiama tirato su, i capelli arruffati, già chiacchierona, già rompiscatole. E la sera, quando mi addormento sul divano e lui mi chiama una, due, tre volte, vieni a letto, e io mi trascino in quel percorso divano-letto che è una delle prove più difficili della giornata. So che è con me quando sono triste per un’incomprensione, arrabbiata con il mondo per una delle mie battaglie contro i mulini a vento, delusa per un fallimento, felice per una vittoria inaspettata. Lui c’è. E, sai, Babbo Natale, noi discutiamo tanto. Da sempre. Perchè lui non molla e io ho la testa dura. Andiamo in profondità nelle situazioni, ci confrontiamo, urliamo, anzi io urlo più di lui, che a me piace fare tanto casino per nulla. Facciamo fuoco e fiamme e poi andiamo avanti. Nulla di sospeso, nulla di fraintendibile. Lui. Lui che mi ha tenuto la mano mentre mettevo al mondo i nostri figli, lui che mi ha abbracciato quando piangevo disperata, incapace di trovare un senso, lui che mi fa ridere tanto, tantissimo, con il suo umorismo sottile e intelligente. Ecco, Babbo Natale, stasera davanti all’albero ti ho raccontato il mio regalo, il più bello, insieme ai miei ragazzi, che la vita mi abbia mai fatto. E tu mi chiederai “Cosa ti posso portare allora per Natale?” Portami il suo sorriso e la sua gioia di stare con me. Tutto il resto, davvero, può attendere.

Magia del Natale

E comunque la magia del Natale resta. Resta nonostante la pandemia, il lockdown, la zona gialla, arancione, rossa. Resta nonostante la tante difficoltà del momento, le insicurezze per il futuro, l’ansia che toglie il sonno. Resta nella semplice gioia di fare l’albero con i propri figli, nel mettere le luci, le palline, i pupazzetti o tutto quello che ho piace di più. Resta nei canti di Natale e nella voce di Michael Bublè, che per un po’ copre la radio, la tv e tutte le brutte notizie a cui, ahimè, abbiamo fatto l’abitudine. Perché quando ti abitui al dolore, alla tristezza, alle tragedie, solo una magia può regalare un sorriso. Per me oggi la magia è stato il mio albero, che ora illumina la sala mentre sul divano cerco l’ennesimo film su Netflix o Prime. Che un sabato sera come si deve non so più come è fatto. Quello passato con gli amici del cuore, che vivono in un’altra città e quindi non si possono vedere. Mi mancano un sacco, ma questa sera le luci del mio albero tra i tappi di sughero accarezzano le mie lacrime e rendono tutto un po’ più sopportabile. Un pochino, non troppo, ma è quel pochino che sa di magia ❤️